Starting after World War II, environmental protection and more generally the relationship between man, society and nature became one of the privileged objects of utopian and science fiction literature. In particular, in ‘Brave New World Revisited’ (1958), by subjecting the scenario envisaged in 1932 in ‘Brave New World’ to a critical review, Aldous Huxley laid the prerequisites for his own utopian alternative later embodied in ‘Island’ (1962), which would be followed, in the second half of the 1970s, an increasingly intense conjugation of utopia and ecology, inaugurated by the 1975 publication of Ernest Callenbach's ‘Ecotopia’ and continued with the critical utopias and in particular Marge Piercy's ‘Woman on the Edge of Time’ (1976). Marked by a constant and progressive interaction with the science fiction genre, the subsequent utopias, in the face of the predominance of dystopian literature, would continue to envisage, as an ever-increasing awareness an alternative to catastrophe in a critical confrontation with reality that, animated by accentuated environmentalist instances, finds further confirmation in the parallel theoretical studies devoted to such issues

A partire dal secondo dopoguerra, la tutela dell’ambiente e più in generale il rapporto tra uomo, società e natura diventano uno degli oggetti privilegiati della letteratura utopica e fantascientifica. In particolare, in 'Brave New World Revisited' (1958), sottoponendo a un bilancio critico lo scenario prospettato nel 1932 in 'Brave New World', Aldous Huxley poneva i presupposti di una sua alternativa utopica successivamente concretizzatasi in 'Island' (1962) a cui avrebbe fatto seguito, nella seconda metà degli anni Settanta, una sempre più intensa coniugazione tra utopia e ecologia, inaugurata dalla pubblicazione nel 1975 di 'Ecotopia' di Ernest Callenbach e proseguita con le critical utopias e in particolare con 'Woman on the Edge of Time' di Marge Piercy (1976). Contrassegnate da una costante e progressiva interazione con il genere fantascientifico, le successive utopie, a fronte della predominanza di una letteratura distopica, avrebbero continuato a prospettare, come sempre maggiore consapevolezza un’alternativa alla catastrofe in un confronto critico con il reale che, animato da accentuate istanze ambientaliste, trova un ulteriore riscontro nei paralleli studi teorici dedicati a tali tematiche

Contro la catastrofe. Le alternative utopiche alla crisi ambientale

A. Arciero;
2025-01-01

Abstract

Starting after World War II, environmental protection and more generally the relationship between man, society and nature became one of the privileged objects of utopian and science fiction literature. In particular, in ‘Brave New World Revisited’ (1958), by subjecting the scenario envisaged in 1932 in ‘Brave New World’ to a critical review, Aldous Huxley laid the prerequisites for his own utopian alternative later embodied in ‘Island’ (1962), which would be followed, in the second half of the 1970s, an increasingly intense conjugation of utopia and ecology, inaugurated by the 1975 publication of Ernest Callenbach's ‘Ecotopia’ and continued with the critical utopias and in particular Marge Piercy's ‘Woman on the Edge of Time’ (1976). Marked by a constant and progressive interaction with the science fiction genre, the subsequent utopias, in the face of the predominance of dystopian literature, would continue to envisage, as an ever-increasing awareness an alternative to catastrophe in a critical confrontation with reality that, animated by accentuated environmentalist instances, finds further confirmation in the parallel theoretical studies devoted to such issues
2025
979-12-80675-62-0
A partire dal secondo dopoguerra, la tutela dell’ambiente e più in generale il rapporto tra uomo, società e natura diventano uno degli oggetti privilegiati della letteratura utopica e fantascientifica. In particolare, in 'Brave New World Revisited' (1958), sottoponendo a un bilancio critico lo scenario prospettato nel 1932 in 'Brave New World', Aldous Huxley poneva i presupposti di una sua alternativa utopica successivamente concretizzatasi in 'Island' (1962) a cui avrebbe fatto seguito, nella seconda metà degli anni Settanta, una sempre più intensa coniugazione tra utopia e ecologia, inaugurata dalla pubblicazione nel 1975 di 'Ecotopia' di Ernest Callenbach e proseguita con le critical utopias e in particolare con 'Woman on the Edge of Time' di Marge Piercy (1976). Contrassegnate da una costante e progressiva interazione con il genere fantascientifico, le successive utopie, a fronte della predominanza di una letteratura distopica, avrebbero continuato a prospettare, come sempre maggiore consapevolezza un’alternativa alla catastrofe in un confronto critico con il reale che, animato da accentuate istanze ambientaliste, trova un ulteriore riscontro nei paralleli studi teorici dedicati a tali tematiche
utopia, distopia, ambiente, scienza, natura
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