Il contributo affronta la figura e l'attività pubblica del presidente Giovanni Gronchi all'interno del variegato panorama del cattolicesimo politico italiano, quale interprete del contraddittorio passaggio da una prospettiva corporativa a una statocentrica. Viene evidenziata la visione "tecnica" ma anche "tattica" di Gronchi della dottrina sociale della Chiesa, che lo portò a utilizzare i temi della democrazia economica e della giustizia sociale per influenzare il compromesso costituzionale e perseguire un'"apertura a sinistra", mirando a includere il Partito Socialista nell'area di governo. L'analisi si estende anche alla politica estera gronchiana attraverso la quale Gronchi si propose talora sulla scena internazionale più come capo dell'esecutivo che come presidente di un regime parlamentare. Questa iniziativa, volta a garantire all'Italia una posizione morale distinta dall'alleato americano, viene interpretata come una continuazione della "guerra" contro l'eredità degasperiana. La sua concezione di uno Stato come "vertice sintetico dell’organizzazione umana", che determina i fini della vita sociale, si contrapponeva nettamente al liberalismo politico ed economico sostenuto da Luigi Sturzo.
Giovanni Gronchi e la cultura politica dei cattolici italiani
Maurizio Serio
2025-01-01
Abstract
Il contributo affronta la figura e l'attività pubblica del presidente Giovanni Gronchi all'interno del variegato panorama del cattolicesimo politico italiano, quale interprete del contraddittorio passaggio da una prospettiva corporativa a una statocentrica. Viene evidenziata la visione "tecnica" ma anche "tattica" di Gronchi della dottrina sociale della Chiesa, che lo portò a utilizzare i temi della democrazia economica e della giustizia sociale per influenzare il compromesso costituzionale e perseguire un'"apertura a sinistra", mirando a includere il Partito Socialista nell'area di governo. L'analisi si estende anche alla politica estera gronchiana attraverso la quale Gronchi si propose talora sulla scena internazionale più come capo dell'esecutivo che come presidente di un regime parlamentare. Questa iniziativa, volta a garantire all'Italia una posizione morale distinta dall'alleato americano, viene interpretata come una continuazione della "guerra" contro l'eredità degasperiana. La sua concezione di uno Stato come "vertice sintetico dell’organizzazione umana", che determina i fini della vita sociale, si contrapponeva nettamente al liberalismo politico ed economico sostenuto da Luigi Sturzo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

