Gli studi di Nicolao Merker sulle idee di popolo e nazione mettono in luce alcuni snodi concettuali di fondamentale importanza per la comprensione delle problematiche che caratterizzano sia il pensiero politico moderno che l’attuale contesto. Nella nostra indagine ci siamo soffermati soprattutto sul “filo rosso” che attraversa le ricerche di Merker condotte in questi ultimi anni: la distinzione tra le nozioni di “popolo-éthnos” e di “popolo-démos”. Tale distinzione implica anche una diversa configurazione dei connessi concetti di Stato e di nazione, e ci fa comprendere il “populismo etnico” nella sua genesi e nei suoi sviluppi storici. Con “popolo-éthnos” si indica il popolo la cui forte identità è data dalla comune appartenenza ad una medesima stirpe/cultura/religione: tale appartenenza diventa la condizione essenziale anche per l’esercizio di una piena cittadinanza. La nozione di popolo-éthnos sta, quindi, alla base delle “ideologie del recinto”, escludenti dalla titolarità dei diritti chi non appartiene alla determinata etnia, religione e tradizione della maggioranza. Si pensi al caso di alcuni paesi islamici. «Chi non simpatizza per comunità chiuse e recinti di identità ristretta» – sottolinea Merker – «si riferirà alla bussola del popolo-démos; chi avverte le aperture come una minaccia, si volgerà al popolo-éthnos» . Alla base dei concetti di “popolo-éthnos” e di “popolo-démos” stanno, dunque, orientamenti ideologici quali tradizionalismo e progressismo, scelte politiche di “destra” e di “sinistra”, populismi fondati sulle radici identitarie della comunità e populismi fondati su forme di relativismo/qualunquismo. Nella nostra esposizione abbiamo delineato la storia che il “populismo etnico”, facendo particolare riferimento al caso della Germania. Abbiamo quindi preso in esame quelle istanze che Merker ha indicato come possibili antidoti alle forme più deteriori di “etnicismo”: l’affermazione dei diritti umani e il ritorno alla nozione illuministica di “popolo-démos” elaborata negli anni della Rivoluzione francese; tale nozione implica l’idea di una cittadinanza inclusiva, costitutivamente aperta ai membri di ogni etnia e fondata sulla stessa universalità dei diritti umani. Merker sostiene giustamente che «affermare la prevalenza dei diritti umani generali è la risposta ai guasti tragici prodotti da due secoli di populismo etnico: il quale all’interno di qualunque comunità è stato il creatore instancabile di esclusioni invece che di inclusioni, esso dunque un fabbricatore di “estranei” e di discriminati» . Merker definisce la sua posizione come «pragmatismo neoilluministico» teso a strutturare la vita democratica come “apertura alla differenza”, come “inclusione dell’altro” (Einbeziehung des Anderen, espressione usata da Jürgen Habermas, alla quale anche Merker si richiama)
“Ideologia della nazione” e “populismo etnico”. Le riflessioni storico-filosofiche di Nicolao Merker
VALENTINI T
2015-01-01
Abstract
Gli studi di Nicolao Merker sulle idee di popolo e nazione mettono in luce alcuni snodi concettuali di fondamentale importanza per la comprensione delle problematiche che caratterizzano sia il pensiero politico moderno che l’attuale contesto. Nella nostra indagine ci siamo soffermati soprattutto sul “filo rosso” che attraversa le ricerche di Merker condotte in questi ultimi anni: la distinzione tra le nozioni di “popolo-éthnos” e di “popolo-démos”. Tale distinzione implica anche una diversa configurazione dei connessi concetti di Stato e di nazione, e ci fa comprendere il “populismo etnico” nella sua genesi e nei suoi sviluppi storici. Con “popolo-éthnos” si indica il popolo la cui forte identità è data dalla comune appartenenza ad una medesima stirpe/cultura/religione: tale appartenenza diventa la condizione essenziale anche per l’esercizio di una piena cittadinanza. La nozione di popolo-éthnos sta, quindi, alla base delle “ideologie del recinto”, escludenti dalla titolarità dei diritti chi non appartiene alla determinata etnia, religione e tradizione della maggioranza. Si pensi al caso di alcuni paesi islamici. «Chi non simpatizza per comunità chiuse e recinti di identità ristretta» – sottolinea Merker – «si riferirà alla bussola del popolo-démos; chi avverte le aperture come una minaccia, si volgerà al popolo-éthnos» . Alla base dei concetti di “popolo-éthnos” e di “popolo-démos” stanno, dunque, orientamenti ideologici quali tradizionalismo e progressismo, scelte politiche di “destra” e di “sinistra”, populismi fondati sulle radici identitarie della comunità e populismi fondati su forme di relativismo/qualunquismo. Nella nostra esposizione abbiamo delineato la storia che il “populismo etnico”, facendo particolare riferimento al caso della Germania. Abbiamo quindi preso in esame quelle istanze che Merker ha indicato come possibili antidoti alle forme più deteriori di “etnicismo”: l’affermazione dei diritti umani e il ritorno alla nozione illuministica di “popolo-démos” elaborata negli anni della Rivoluzione francese; tale nozione implica l’idea di una cittadinanza inclusiva, costitutivamente aperta ai membri di ogni etnia e fondata sulla stessa universalità dei diritti umani. Merker sostiene giustamente che «affermare la prevalenza dei diritti umani generali è la risposta ai guasti tragici prodotti da due secoli di populismo etnico: il quale all’interno di qualunque comunità è stato il creatore instancabile di esclusioni invece che di inclusioni, esso dunque un fabbricatore di “estranei” e di discriminati» . Merker definisce la sua posizione come «pragmatismo neoilluministico» teso a strutturare la vita democratica come “apertura alla differenza”, come “inclusione dell’altro” (Einbeziehung des Anderen, espressione usata da Jürgen Habermas, alla quale anche Merker si richiama)File | Dimensione | Formato | |
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