George Orwell: “contro il totalitarismo e per un Socialismo democratico”

By comparing the contents of his narrative works with the ideological patterns of his essays, this study is meant to focus on Orwell’s aim to overcome his position of critical observer of his own era and to set his political discourse in a wider theoretical dimension. Hence, on a political ground, an idea of ethical socialism, where Marxist revolutionary ideals and liberal principles are equally addressed. This inquiry, involving history and relegion as main issues, is enriched by an increasingly subtle analysis of the relationship between art and politics, with the sense of a neatly perceived totalitarism always hovering about. According to this perspective, his last two works, Animal Farm and 1984, the former centered on the dynamics of class struggle, the latter on the relation between man and power, could be seen as the end of an intellectual journey, single-minded in its moral outline and uncompromised, whose main support was given by the willingness to warn humanity.

A partire dalla nota affermazione di Orwell (che nel 1946 indicava nell'impegno contro il totalitarismo e nella difesa del Socialismo democratico il tratto distintivo del proprio statuto politico) il libro ripercorre le varie fasi di un percorso intellettuale sottoposto a un costante confronto con la storia. L'analisi dei rapporti tra opere narrative e scritti saggistici, lascia trapelare come l'impegno politico di Orwell non si esaurisca nell'assunzione del ruolo di osservatore critico della propria epoca, ma si estenda a una prospettva teorica di carattere generale incentrata sul tentativo di riconciliare gli ideali ugualitari del socialismo con i principi dell'individualsmo liberale. In particolare la contrapposizione tra i valori del common sense e l'inaccettabile razionalità astratta degli intellettuali marxisti, contrassegna le indagini sulle nozioni di progresso, storia e e religione, che, coinvolgendo la definizione dei rapporti tra storia e politica, convergono in una serrata denuncia del pericolo totalitario culminata nelle pagine di "Nineteen Eighty-Four"