Assumendo all’interno dell’estesa letteratura sulle radici storiche del fascismo, un criterio selettivo incentrato sull’interpretazione offerta dagli studiosi antifascisti nel periodo antecedente all’ascesa del nazismo e soffermandosi in particolare sui contributi degli esuli, il saggio si sofferma all’analisi comparativa tra Italia e Fascismo di Sturzo e La dittatura fascista in Italia di Gaetano Salvemini, rispettivamente pubblicamente nel 1926 in Gran Bretagna e nel 1927 negli Stati Uniti.La differente impostazione liberale dei due autori, orientando il loro approccio storico e politico al fascismo, si traduce in queste opere in una complementare valutazione del fenomeno fascista e delle sue relazioni con le vicende storiche italiane. Salvemini, infatti, propone un’indagine documentaria finalizzata essenzialmente a sconfessare la propaganda ufficiale del fascismo, privilegiandone le concrete manifestazioni storiche. Più in generale l’interpretazione del fascismo da parte di Salvemini tende a insistere sull’irriducibile eterogeneità delle sue forme storiche e a rintracciarne l’origine nella crisi del primo dopoguerra e nella diffidenza nei confronti del parlamentarismo. Un più definito approccio caratterizza invece le analisi di Sturzo in Italia e fascismo, che sviluppando alcune considerazioni espresse all’inizio degli anni Venti, si impone come la premessa della sua definitva elaborazione del concetto di totalitarismo. Oltre a anticipare numerose conclusioni emerse nel corso del successivo dibattito teorico, Sturzo sottopone il fascismo a un serrato giudizio politico, riscontrando nelle contraddizioni della fase risorgimentale il momento in cui l’“esasperato criterio di unificazione si era trasformato in un “criterio di uniformità”, con effetti destinati a ripercuotersi sulla situazione politica del proprio tempo.
"Dall'unificazione all'uniformità": l'esperienza del fascismo
ARCIERO A
2012-01-01
Abstract
Assumendo all’interno dell’estesa letteratura sulle radici storiche del fascismo, un criterio selettivo incentrato sull’interpretazione offerta dagli studiosi antifascisti nel periodo antecedente all’ascesa del nazismo e soffermandosi in particolare sui contributi degli esuli, il saggio si sofferma all’analisi comparativa tra Italia e Fascismo di Sturzo e La dittatura fascista in Italia di Gaetano Salvemini, rispettivamente pubblicamente nel 1926 in Gran Bretagna e nel 1927 negli Stati Uniti.La differente impostazione liberale dei due autori, orientando il loro approccio storico e politico al fascismo, si traduce in queste opere in una complementare valutazione del fenomeno fascista e delle sue relazioni con le vicende storiche italiane. Salvemini, infatti, propone un’indagine documentaria finalizzata essenzialmente a sconfessare la propaganda ufficiale del fascismo, privilegiandone le concrete manifestazioni storiche. Più in generale l’interpretazione del fascismo da parte di Salvemini tende a insistere sull’irriducibile eterogeneità delle sue forme storiche e a rintracciarne l’origine nella crisi del primo dopoguerra e nella diffidenza nei confronti del parlamentarismo. Un più definito approccio caratterizza invece le analisi di Sturzo in Italia e fascismo, che sviluppando alcune considerazioni espresse all’inizio degli anni Venti, si impone come la premessa della sua definitva elaborazione del concetto di totalitarismo. Oltre a anticipare numerose conclusioni emerse nel corso del successivo dibattito teorico, Sturzo sottopone il fascismo a un serrato giudizio politico, riscontrando nelle contraddizioni della fase risorgimentale il momento in cui l’“esasperato criterio di unificazione si era trasformato in un “criterio di uniformità”, con effetti destinati a ripercuotersi sulla situazione politica del proprio tempo.File | Dimensione | Formato | |
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