La critica alla democrazia liberale elaborata dai conservatori inglesi a partire dalla conclusione della prima guerra mondiale, in cui le riserve nei confronti delle trasformazioni istituzionali convive con atteggiamenti più concilianti, costituisce la premessa per una ricostruzione del più controverso e ambivalente atteggiamento polemico dei cosiddetti modernisti reazionari. In un diagramma che si estende da posizioni proto-fasciste a una contestazione aristocratica della dottrina liberale, le riflessioni politiche di T.E. Hulme, W.B. Yeats, Wyndham Lewis, T.S. Eliot, Ezra Pound e D.H. Lawrence Lawrence convergono in realtà in uno spazio di indistinzione ideologica alimentato dalla rivendicazione del ruolo rivoluzionario dell’artista. La coniugazione tra istanze ideologiche ed esigenze estetiche si traduce infatti nella ricerca di nuove forme di espressione artistica finalizzate da un lato a un tentativo di rivitalizzare i valori della tradizione e dall’altro a una una polemica antiromantica che di volta in volta investe i fondamenti politici della democrazia capitalista, le convenzioni borghesi, la logica uniformante della società di massa e il ruolo dei mezzi di comunicazione. La costruzione di un immaginario antidemocratico non impedisce però a Hulme, Lawrence e Eliot di assumere nel corso della loro produzione un’atteggiamento più conciliante e moderato nei confronti della tradizione politica inglese.

Le oscillazioni ideologiche del conservatorismo britannico e le incognite della democrazia tra le due guerre

ARCIERO A
2017-01-01

Abstract

La critica alla democrazia liberale elaborata dai conservatori inglesi a partire dalla conclusione della prima guerra mondiale, in cui le riserve nei confronti delle trasformazioni istituzionali convive con atteggiamenti più concilianti, costituisce la premessa per una ricostruzione del più controverso e ambivalente atteggiamento polemico dei cosiddetti modernisti reazionari. In un diagramma che si estende da posizioni proto-fasciste a una contestazione aristocratica della dottrina liberale, le riflessioni politiche di T.E. Hulme, W.B. Yeats, Wyndham Lewis, T.S. Eliot, Ezra Pound e D.H. Lawrence Lawrence convergono in realtà in uno spazio di indistinzione ideologica alimentato dalla rivendicazione del ruolo rivoluzionario dell’artista. La coniugazione tra istanze ideologiche ed esigenze estetiche si traduce infatti nella ricerca di nuove forme di espressione artistica finalizzate da un lato a un tentativo di rivitalizzare i valori della tradizione e dall’altro a una una polemica antiromantica che di volta in volta investe i fondamenti politici della democrazia capitalista, le convenzioni borghesi, la logica uniformante della società di massa e il ruolo dei mezzi di comunicazione. La costruzione di un immaginario antidemocratico non impedisce però a Hulme, Lawrence e Eliot di assumere nel corso della loro produzione un’atteggiamento più conciliante e moderato nei confronti della tradizione politica inglese.
2017
978-88-498-5083-3
conservatorismo
democrazia
modernismo
fascismo
romanticismo
classicismo
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