La monografia affronta il tema della crisi e del risanamento delle imprese bancarie nella chiave prospettica delle finalità perseguite dal legislatore attraverso la vigilanza dell'autorità statuale sull'esercizio dell'impresa bancaria. Nella trattazione di tali tematiche particolare attenzione è dedicata alle finalità del controllo pubblicistico ed alle modalità con cui il legislatore persegue il bilanciamento tra i valori potenzialmente conflittuali quali la stabilità del mercato e l’attuazione dei principi concorrenziali, e si evidenza come la giustapposizione - negli organismi societari costituiti per l’esercizio dell’attività bancaria - di interessi eterogenei e di natura, rispettivamente, collettiva ed individuale debba costituire il momento di avvio di un’indagine di questo tipo. Nel contesto dell’opera assume particolare rilevanza - anche rispetto alle conclusioni raggiunte - la parte relativa ai fattori determinanti ed alle forme di manifestazione delle crisi bancarie ed agli strumenti di percezione delle medesime nonché ai modelli di gestione di tali patologie ed alle possibili soluzioni endogene ed esogene. Viene inoltre evidenziata l’ampiezza dei poteri attribuiti all’autorità di vigilanza e la rilevanza dei medesimi rispetto all’individuazione della natura giuridica dell’impresa bancaria e delle strutture societarie utilizzate per lo svolgimento di tale attività. Si procede quindi all’illustrazione dei tratti funzional-strutturali degli istituti giuridici (amministrazione straordinaria, gestione provvisoria e liquidazione coatta amministrativa) contraddistinti dal massimo grado di incidenza del controllo pubblico sull’attività bancaria, soffermandosi particolarmente sull’applicazione degli stessi nei riguardi di una o più imprese facenti parte di un gruppo bancario. Nella parte conclusiva dell’opera si evidenza come l’equilibrio tra le differenti sfere di interesse riconducibili agli organismi societari operanti nel settore de quo assuma una connotazione certamente dinamica - e caratterizzata da un rapporto di proporzionalità inversa tra la sana e prudente gestione e l’incidenza del potere statuale sull’autonomia imprenditoriale dei privati - rilevando come gli istituti preordinati alla normalizzazione della gestione o all’eliminazione dell’impresa dal mercato derivino dalla sostanziale incapacità dei soci di assicurare il regolare svolgimento dell’attività d’impresa, cosicché l’assetto normativo introdotto dal T.U. Bancario al fine di disciplinare i rapporti tra interessi pubblici ed interessi privati nell’esercizio dell’attività bancaria chiaramente denota una volontà del legislatore di costruire una convergenza fra gli stessi.
La vigilanza nella crisi e nel risanamento dei gruppi bancari
SANASI D'ARPE V
2008-01-01
Abstract
La monografia affronta il tema della crisi e del risanamento delle imprese bancarie nella chiave prospettica delle finalità perseguite dal legislatore attraverso la vigilanza dell'autorità statuale sull'esercizio dell'impresa bancaria. Nella trattazione di tali tematiche particolare attenzione è dedicata alle finalità del controllo pubblicistico ed alle modalità con cui il legislatore persegue il bilanciamento tra i valori potenzialmente conflittuali quali la stabilità del mercato e l’attuazione dei principi concorrenziali, e si evidenza come la giustapposizione - negli organismi societari costituiti per l’esercizio dell’attività bancaria - di interessi eterogenei e di natura, rispettivamente, collettiva ed individuale debba costituire il momento di avvio di un’indagine di questo tipo. Nel contesto dell’opera assume particolare rilevanza - anche rispetto alle conclusioni raggiunte - la parte relativa ai fattori determinanti ed alle forme di manifestazione delle crisi bancarie ed agli strumenti di percezione delle medesime nonché ai modelli di gestione di tali patologie ed alle possibili soluzioni endogene ed esogene. Viene inoltre evidenziata l’ampiezza dei poteri attribuiti all’autorità di vigilanza e la rilevanza dei medesimi rispetto all’individuazione della natura giuridica dell’impresa bancaria e delle strutture societarie utilizzate per lo svolgimento di tale attività. Si procede quindi all’illustrazione dei tratti funzional-strutturali degli istituti giuridici (amministrazione straordinaria, gestione provvisoria e liquidazione coatta amministrativa) contraddistinti dal massimo grado di incidenza del controllo pubblico sull’attività bancaria, soffermandosi particolarmente sull’applicazione degli stessi nei riguardi di una o più imprese facenti parte di un gruppo bancario. Nella parte conclusiva dell’opera si evidenza come l’equilibrio tra le differenti sfere di interesse riconducibili agli organismi societari operanti nel settore de quo assuma una connotazione certamente dinamica - e caratterizzata da un rapporto di proporzionalità inversa tra la sana e prudente gestione e l’incidenza del potere statuale sull’autonomia imprenditoriale dei privati - rilevando come gli istituti preordinati alla normalizzazione della gestione o all’eliminazione dell’impresa dal mercato derivino dalla sostanziale incapacità dei soci di assicurare il regolare svolgimento dell’attività d’impresa, cosicché l’assetto normativo introdotto dal T.U. Bancario al fine di disciplinare i rapporti tra interessi pubblici ed interessi privati nell’esercizio dell’attività bancaria chiaramente denota una volontà del legislatore di costruire una convergenza fra gli stessi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.