Condotti da autorevoli studiosi appartenenti a discipline e a generazioni diverse, questi studi guardano al meridionalismo liberale come ad una prospettiva di studi teorici e di proposte di policy che non considera il Meridione in termini assistenzialisti o autonomisti, ma come parte di una questione nazionale, che interessa l'intero territorio dello Stato italiano e tutti i suoi cittadini. Qui, l'aggettivo liberale sta a significare una scelta preferenziale verso teorie e provvedimenti conformi ai principi di una economia libera e a una concezione antropologica basata sul rispetto dei diritti degli individui, delle popolazioni e delle comunità locali. La complessità del fenomeno ha richiesto l’adozione di un’ottica di lungo periodo, in grado di dar conto della formazione delle mentalità e delle istituzioni tra le rotture e le (dis)continuità che hanno caratterizzato la storia del Meridione. Il tentativo comune è stato quello di fondare delle linee di osservazione e di azione per il meridionalismo del futuro, a partire dai segmenti più avvertiti delle diverse opzioni teoriche e politiche che, a vario titolo ma con la medesima intensità, si richiamano al portato della grande eredità liberale. A questo proposito, si è reso necessario approfondire la percezione del meridionalismo all’interno del pensiero economico e delle culture politiche italiane, soffermandosi poi sui loro riflessi sulla formazione, manutenzione e perpetuazione (o rinnovamento) delle classi dirigenti meridionali, con il focus su alcuni casi d’eccellenza. Infine, per rispondere alle sfide di inizio secolo che la prospettiva liberale si trova ad affrontare nel contesto meridionale, così come in quello nazionale, ne sono state analizzate le condizioni di sostenibilità economica e gli spazi di azione politica.
La prospettiva del meridionalismo liberale. Politica, Istituzioni, Economia, Storia
Serio M
2012-01-01
Abstract
Condotti da autorevoli studiosi appartenenti a discipline e a generazioni diverse, questi studi guardano al meridionalismo liberale come ad una prospettiva di studi teorici e di proposte di policy che non considera il Meridione in termini assistenzialisti o autonomisti, ma come parte di una questione nazionale, che interessa l'intero territorio dello Stato italiano e tutti i suoi cittadini. Qui, l'aggettivo liberale sta a significare una scelta preferenziale verso teorie e provvedimenti conformi ai principi di una economia libera e a una concezione antropologica basata sul rispetto dei diritti degli individui, delle popolazioni e delle comunità locali. La complessità del fenomeno ha richiesto l’adozione di un’ottica di lungo periodo, in grado di dar conto della formazione delle mentalità e delle istituzioni tra le rotture e le (dis)continuità che hanno caratterizzato la storia del Meridione. Il tentativo comune è stato quello di fondare delle linee di osservazione e di azione per il meridionalismo del futuro, a partire dai segmenti più avvertiti delle diverse opzioni teoriche e politiche che, a vario titolo ma con la medesima intensità, si richiamano al portato della grande eredità liberale. A questo proposito, si è reso necessario approfondire la percezione del meridionalismo all’interno del pensiero economico e delle culture politiche italiane, soffermandosi poi sui loro riflessi sulla formazione, manutenzione e perpetuazione (o rinnovamento) delle classi dirigenti meridionali, con il focus su alcuni casi d’eccellenza. Infine, per rispondere alle sfide di inizio secolo che la prospettiva liberale si trova ad affrontare nel contesto meridionale, così come in quello nazionale, ne sono state analizzate le condizioni di sostenibilità economica e gli spazi di azione politica.File | Dimensione | Formato | |
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