Il lavoro offre un contributo di analisi e di politica economica per l’Eurozona. Si mostrano i pericoli di un decennio di ricorso a un policy mix incentrato sulla politica monetaria ultraespansiva e su tassi di interesse nominali negativi. In particolare, si fa riferimento ai seguenti punti critici: le metodologie per misurare e valutare il rischio, i vincoli di capitale ponderati per il rischio di Basilea, la redditività operativa delle imprese bancarie e assicurative, la crescita dei prestiti “a leva”, la rivisitazione della trappola della liquidità. La stagnazione secolare e l’eccesso di risparmio devono essere affrontati prevalentemente con un diverso approccio di politica fiscale. L’Eurozona è un’unione monetaria senza “central fiscal capacity”: si tratta di predisporre meccanismi per finanziare grandi investimenti in buone infrastrutture. Accanto agli interventi immediati per far fronte alla crisi sanitaria è necessario avviare quelli per il Green Deal. I fabbisogni stimati per l’UE sono dell’ordine di 10 trilioni di euro nel prossimo decennio. Occorre pertanto rivedere il trattato di Maastricht e gli Accordi successivi sul pareggio di bilancio per consentire e attivare meccanismi di creazione di eurobond a fronte di investimenti con rendimenti sociali e privati positivi. Le decisioni di modificare i vincoli di finanza pubblica per gli investimenti in infrastrutture dovrebbero essere prese dal Consiglio e dal Parlamento europei con il supporto e il monitoraggio della Commissione della BEI e della stessa BCE.
L'ECCESSO DI RISPARMIO IN EUROPA: PER UN APPROCCIO DIVERSO DI POLITICA ECONOMICA
MASERA R
2020-01-01
Abstract
Il lavoro offre un contributo di analisi e di politica economica per l’Eurozona. Si mostrano i pericoli di un decennio di ricorso a un policy mix incentrato sulla politica monetaria ultraespansiva e su tassi di interesse nominali negativi. In particolare, si fa riferimento ai seguenti punti critici: le metodologie per misurare e valutare il rischio, i vincoli di capitale ponderati per il rischio di Basilea, la redditività operativa delle imprese bancarie e assicurative, la crescita dei prestiti “a leva”, la rivisitazione della trappola della liquidità. La stagnazione secolare e l’eccesso di risparmio devono essere affrontati prevalentemente con un diverso approccio di politica fiscale. L’Eurozona è un’unione monetaria senza “central fiscal capacity”: si tratta di predisporre meccanismi per finanziare grandi investimenti in buone infrastrutture. Accanto agli interventi immediati per far fronte alla crisi sanitaria è necessario avviare quelli per il Green Deal. I fabbisogni stimati per l’UE sono dell’ordine di 10 trilioni di euro nel prossimo decennio. Occorre pertanto rivedere il trattato di Maastricht e gli Accordi successivi sul pareggio di bilancio per consentire e attivare meccanismi di creazione di eurobond a fronte di investimenti con rendimenti sociali e privati positivi. Le decisioni di modificare i vincoli di finanza pubblica per gli investimenti in infrastrutture dovrebbero essere prese dal Consiglio e dal Parlamento europei con il supporto e il monitoraggio della Commissione della BEI e della stessa BCE.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.