Oggetto: Il disturbo dipendente di personalità è storicamente tra i disturbi meno studiati dalla comunità scientifica che si occupa di ricerca in psicoterapia, soprattutto per quanto riguarda le variabili di processo. Eppure sono note le complicanze invalidanti avvertite da questi pazienti sia nelle dinamiche emozionali interne sia nelle relazioni interpersonali e sociali. Del resto, la pratica clinica reale, mostra sempre più spesso spettri sintomatologici molto complessi, e condizioni di comorbilità. Da un’approfondita analisi della letteratura si rileva che il DP dipendete sia scarsamente approfondito anche quando si presenta insieme ad altri disturbi di asse I, come il DAP, con cui si trova in frequente comorbilità (APA 2000). A fronte di questa scarsità di studi empirici, il presente lavoro ha valutato l’efficacia di una psicoterapia psicodinamicamente orientata, nei confronti di un paziente che presenta una diagnosi di disturbo dipendente di personalità (DSM-IV-TR, APA 2000; SWAP-200, Westen et al. 2003), in comorbilità con Disturbo da Attacchi di panico (DAP) e agorafobia. Metodo: La ricerca ha adottato un disegno di tipo osservazionale-descrittivo basato su trascritti di seduta, e più nello specifico ha verificato la presenza di specifiche disfunzioni meta cognitive, seguendo il loro andamento nel corso del trattamento. È stata valutata anche l’alleanza terapeutica e il suo sviluppo verificando eventuali relazioni con le funzioni meta cognitive. Risultati: I risultati mostrano che la terapia è efficace su un piano di miglioramento sintomatologico. Rispetto all’analisi del processo abbiamo osservato che il livello di alleanza del paziente è basso e costante nel tempo. Anche la valutazione della meta cognizione segnala che vi è un malfunzionamento cognitivo nel paziente DP e DAP, e che esso riguarda specifiche sottofunzioni come Autoriflessività- Integrazione e Comprensione della Mente Altrui- Decentramento. Se la sottofunzione decentramento tende a migliorare nel corso del trattamento, l’integrazione non mostra rilevanti cambiamenti. Questi risultati sono meglio descritti nell’articolo che segue. Conclusioni: Segnaliamo che l’applicazione di strumenti quali la SVAM (Carcione et al. 2008, 2010; Semerari et al. 2003) e IVAT-R (Colli e Lingiardi 2007), ha consentito di monitorare il processo, approfondendo le dinamiche intercorse tra paziente e terapeuta. D’altra parte sembra necessario approfondire empiricamente il rapporto predittivo tra la disfunzione metacognitiva o una bassa alleanza e l’esito del trattamento psicodinamico, ricolto ad un campione di paziente DP più ampio, in comorbilità con i Disturbi d’Ansia
Funzioni metacognitive e alleanza terapeutica. Osservazione del trattamento a orientamento psicodinamico di paziente con disturbo dipendente di personalità in comorbilità con disturbo da attacchi di panico
Carcione A
2010-01-01
Abstract
Oggetto: Il disturbo dipendente di personalità è storicamente tra i disturbi meno studiati dalla comunità scientifica che si occupa di ricerca in psicoterapia, soprattutto per quanto riguarda le variabili di processo. Eppure sono note le complicanze invalidanti avvertite da questi pazienti sia nelle dinamiche emozionali interne sia nelle relazioni interpersonali e sociali. Del resto, la pratica clinica reale, mostra sempre più spesso spettri sintomatologici molto complessi, e condizioni di comorbilità. Da un’approfondita analisi della letteratura si rileva che il DP dipendete sia scarsamente approfondito anche quando si presenta insieme ad altri disturbi di asse I, come il DAP, con cui si trova in frequente comorbilità (APA 2000). A fronte di questa scarsità di studi empirici, il presente lavoro ha valutato l’efficacia di una psicoterapia psicodinamicamente orientata, nei confronti di un paziente che presenta una diagnosi di disturbo dipendente di personalità (DSM-IV-TR, APA 2000; SWAP-200, Westen et al. 2003), in comorbilità con Disturbo da Attacchi di panico (DAP) e agorafobia. Metodo: La ricerca ha adottato un disegno di tipo osservazionale-descrittivo basato su trascritti di seduta, e più nello specifico ha verificato la presenza di specifiche disfunzioni meta cognitive, seguendo il loro andamento nel corso del trattamento. È stata valutata anche l’alleanza terapeutica e il suo sviluppo verificando eventuali relazioni con le funzioni meta cognitive. Risultati: I risultati mostrano che la terapia è efficace su un piano di miglioramento sintomatologico. Rispetto all’analisi del processo abbiamo osservato che il livello di alleanza del paziente è basso e costante nel tempo. Anche la valutazione della meta cognizione segnala che vi è un malfunzionamento cognitivo nel paziente DP e DAP, e che esso riguarda specifiche sottofunzioni come Autoriflessività- Integrazione e Comprensione della Mente Altrui- Decentramento. Se la sottofunzione decentramento tende a migliorare nel corso del trattamento, l’integrazione non mostra rilevanti cambiamenti. Questi risultati sono meglio descritti nell’articolo che segue. Conclusioni: Segnaliamo che l’applicazione di strumenti quali la SVAM (Carcione et al. 2008, 2010; Semerari et al. 2003) e IVAT-R (Colli e Lingiardi 2007), ha consentito di monitorare il processo, approfondendo le dinamiche intercorse tra paziente e terapeuta. D’altra parte sembra necessario approfondire empiricamente il rapporto predittivo tra la disfunzione metacognitiva o una bassa alleanza e l’esito del trattamento psicodinamico, ricolto ad un campione di paziente DP più ampio, in comorbilità con i Disturbi d’AnsiaFile | Dimensione | Formato | |
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