Il presente lavoro ha come scopo di utilizzare le tecniche di scaling per rappresentare in uno spazio tridimensionale le dissimilarità (o similarità) tra le dimensioni della metacognizione in soggetti clinici. La metacognizione viene descritta nei termini di una funzione composta da abilità distinte, ipotesi confortata anche dagli ultimi dati provenienti sia dalle neuroscienze che dalla psicologia sociale. Analisi fattoriali condotte di recente portano inoltre a considerare la possibilità di un modello metacognitivo a due fattori nella popolazione generale, con le altre funzioni come semi-indipendenti. In questo studio si utilizzano le sottofunzioni ipotizzate e rappresentate nella SVaM e nell’IVaM ed il costrutto teorico è che queste siano grandezze invarianti rispetto al sistema di riferimento considerato. La successiva applicazione del MDS sulle singole dimensioni metacognitive ed il plottaggio conseguente ci permette di visualizzare queste in uno spazio vettoriale multidimensionale. Il termine scaling multidimensionale (MDS) individua una serie di tecniche statistiche che permettono di mostrare gra camente le similarità o dissimilarità fra gli elementi di un insieme, rappresentando ‘n’ oggetti in uno spazio a ‘k’ dimensioni. L’algoritmo di scaling assegna ad ogni elemento una posizione nello spazio suddetto, che per ‘k’ suf cientemente piccolo può essere rappresentato con un gra co o visualizzato in 3D. La procedura MDS è iterativa e sposta gli oggetti in un spazio di dimensione scelta in modo tale da minimizzare un criterio d’errore, per far questo, e compensare le perdite di informazioni a cui si va incontro, esistono diversi algoritmi: in particolare si distinguono quelli metrici e non-metrici. I metodi metrici sono più robusti di quelle non metrici e producono delle mappe molto dettagliate, quelli non-metrici soffrono della soggettività delle indicazioni e della variabilità temporale dei dati ottenuti, stessi oggetti misurati da differenti osservatori possono fornire risultati contrastanti. Per valutare le funzioni metacognitive si sono utilizzati i trascritti AAI di 42 soggetti clinici ed è stata applicata la SVaM-R; i dati ottenuti sono stati successivamente sistematizzati in sei dimensioni metacognitive (SVaM: Am-Ad-Ai-Cm-Cd-M). I valori ottenuti sono stati convertiti in una matrice di dissimilarità, trasformando così le differenze in distanze euclidee, a cui successivamente è stato applicato lo scaling multidimensionale. L’analisi delle sottofunzioni considerate porta a validare l’ipotesi di una dissimilarità fra le dimensioni metacognitive, e quindi a sostenere la polifunzionalità della metacognizione rispetto alle descrizioni unidimensionali, evidenziando 2 gruppi di fattori, di cui uno costituito dalla Mastery e l’ altro costituito da 4 elementi (monitoraggio-integrazione-differenziazione-decentramento).
Esplorazione della multidimensionalità metacognitiva mediante mapping MDS.
Carcione A
2014-01-01
Abstract
Il presente lavoro ha come scopo di utilizzare le tecniche di scaling per rappresentare in uno spazio tridimensionale le dissimilarità (o similarità) tra le dimensioni della metacognizione in soggetti clinici. La metacognizione viene descritta nei termini di una funzione composta da abilità distinte, ipotesi confortata anche dagli ultimi dati provenienti sia dalle neuroscienze che dalla psicologia sociale. Analisi fattoriali condotte di recente portano inoltre a considerare la possibilità di un modello metacognitivo a due fattori nella popolazione generale, con le altre funzioni come semi-indipendenti. In questo studio si utilizzano le sottofunzioni ipotizzate e rappresentate nella SVaM e nell’IVaM ed il costrutto teorico è che queste siano grandezze invarianti rispetto al sistema di riferimento considerato. La successiva applicazione del MDS sulle singole dimensioni metacognitive ed il plottaggio conseguente ci permette di visualizzare queste in uno spazio vettoriale multidimensionale. Il termine scaling multidimensionale (MDS) individua una serie di tecniche statistiche che permettono di mostrare gra camente le similarità o dissimilarità fra gli elementi di un insieme, rappresentando ‘n’ oggetti in uno spazio a ‘k’ dimensioni. L’algoritmo di scaling assegna ad ogni elemento una posizione nello spazio suddetto, che per ‘k’ suf cientemente piccolo può essere rappresentato con un gra co o visualizzato in 3D. La procedura MDS è iterativa e sposta gli oggetti in un spazio di dimensione scelta in modo tale da minimizzare un criterio d’errore, per far questo, e compensare le perdite di informazioni a cui si va incontro, esistono diversi algoritmi: in particolare si distinguono quelli metrici e non-metrici. I metodi metrici sono più robusti di quelle non metrici e producono delle mappe molto dettagliate, quelli non-metrici soffrono della soggettività delle indicazioni e della variabilità temporale dei dati ottenuti, stessi oggetti misurati da differenti osservatori possono fornire risultati contrastanti. Per valutare le funzioni metacognitive si sono utilizzati i trascritti AAI di 42 soggetti clinici ed è stata applicata la SVaM-R; i dati ottenuti sono stati successivamente sistematizzati in sei dimensioni metacognitive (SVaM: Am-Ad-Ai-Cm-Cd-M). I valori ottenuti sono stati convertiti in una matrice di dissimilarità, trasformando così le differenze in distanze euclidee, a cui successivamente è stato applicato lo scaling multidimensionale. L’analisi delle sottofunzioni considerate porta a validare l’ipotesi di una dissimilarità fra le dimensioni metacognitive, e quindi a sostenere la polifunzionalità della metacognizione rispetto alle descrizioni unidimensionali, evidenziando 2 gruppi di fattori, di cui uno costituito dalla Mastery e l’ altro costituito da 4 elementi (monitoraggio-integrazione-differenziazione-decentramento).File | Dimensione | Formato | |
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