Il contributo analizza il fenomeno delle smart city, inteso come nuovo paradigma dello sviluppo urbano e come espressione della nuova cittadinanza amministrativa, che è con cetto ben più ampio di quello di “cittadinanza digitale”. Nella prima parte del lavoro si mette in evidenza l’assenza di una puntuale definizione giuridica del fenomeno delle città intelligenti e si passano in rassegna i due diversi mo delli di realizzazione delle smart city, quello statunitense (bottom-up) e quello continen tale (top-down). Nella seconda parte del contributo si sottopone a revisione critica l’approccio bottom-up, fondato sulla logica del c.d. “Stato facilitatore”, nonché sull’amministrazione condivisa. Si sostiene che il fenomeno delle città intelligenti richieda – per le funzioni che ad esse si attribuiscono e per la rilevanza dei beni coinvolti – una programmazione strategica e un incisivo intervento pubblico. Si ritiene poi che un tale intervento dei pubblici poteri pos sa passare anche attraverso una nuova concezione dell’istituto del piano regolatore gene rale, che ha, in tempi più recenti, assunto anche la funzione di principale strumento di cui l’amministrazione comunale si serve per promuovere altri valori, quali la sostenibilità ambientale, la qualità degli spazi di vita, la coesione sociale. Tali nuove funzioni dei pia ni riflettono il nuovo modello di sviluppo urbano che sta emergendo anche a livello euro peo, in particolare, a partire dalla Carta di Lipsia del 2007. Nell’ultima parte del lavoro si è messo in evidenza come l’intervento pubblico nell’am bito della realizzazione dell’agenda urbana multilivello – e dunque anche delle smart citye community – si traduca in una necessaria ridefinizione delle infrastrutture – soprattutto di quelle che abbiano una rilevanza sociale –, sia materiali (rete stradale, ciclovie, housing, scuole, ecc.) sia immateriali (internet a banda larga e ultra larga, ecc.). Lo scritto si conclude auspicando che lo statuto giuridico delle smart city riconosca ai pub blici poteri il ruolo che la Carta costituzionale attribuisce loro.
Città intelligenti e intervento pubblico
Gaspari F
2019-01-01
Abstract
Il contributo analizza il fenomeno delle smart city, inteso come nuovo paradigma dello sviluppo urbano e come espressione della nuova cittadinanza amministrativa, che è con cetto ben più ampio di quello di “cittadinanza digitale”. Nella prima parte del lavoro si mette in evidenza l’assenza di una puntuale definizione giuridica del fenomeno delle città intelligenti e si passano in rassegna i due diversi mo delli di realizzazione delle smart city, quello statunitense (bottom-up) e quello continen tale (top-down). Nella seconda parte del contributo si sottopone a revisione critica l’approccio bottom-up, fondato sulla logica del c.d. “Stato facilitatore”, nonché sull’amministrazione condivisa. Si sostiene che il fenomeno delle città intelligenti richieda – per le funzioni che ad esse si attribuiscono e per la rilevanza dei beni coinvolti – una programmazione strategica e un incisivo intervento pubblico. Si ritiene poi che un tale intervento dei pubblici poteri pos sa passare anche attraverso una nuova concezione dell’istituto del piano regolatore gene rale, che ha, in tempi più recenti, assunto anche la funzione di principale strumento di cui l’amministrazione comunale si serve per promuovere altri valori, quali la sostenibilità ambientale, la qualità degli spazi di vita, la coesione sociale. Tali nuove funzioni dei pia ni riflettono il nuovo modello di sviluppo urbano che sta emergendo anche a livello euro peo, in particolare, a partire dalla Carta di Lipsia del 2007. Nell’ultima parte del lavoro si è messo in evidenza come l’intervento pubblico nell’am bito della realizzazione dell’agenda urbana multilivello – e dunque anche delle smart citye community – si traduca in una necessaria ridefinizione delle infrastrutture – soprattutto di quelle che abbiano una rilevanza sociale –, sia materiali (rete stradale, ciclovie, housing, scuole, ecc.) sia immateriali (internet a banda larga e ultra larga, ecc.). Lo scritto si conclude auspicando che lo statuto giuridico delle smart city riconosca ai pub blici poteri il ruolo che la Carta costituzionale attribuisce loro.File | Dimensione | Formato | |
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