La necessità di valorizzare ciò che si apprende al di fuori dei contesti istituzionali – in primis quelli scolastici – non è nuova. Già negli anni ’70, si osservava come la trasformazione da un’economia industriale a una fondata su servizi evidenziasse dei limiti di adattamento ai cambiamenti dell’istruzione fornita dai soli sistemi formali. In particolare, dal 2000, in Europa, con la strategia di Lisbona e lo specifico Memorandum sul Lifelong Lifewide Learning, la valorizzazione di quanto si acquisisce nei diversi contesti della vita assume una nuova centralità. Si è così affermato il concetto di apprendimento informale, problematico nella sua definizione, per individuare quell’insieme di conoscenze fluide, apprese tipicamente in modo non strutturato e spesso non intenzionale, abbracciando così un ambito molto ampio che va dalle competenze professionali dei lavoratori adulti (e l’esigenza di vederle certificate), alle potenzialità educativo-formative degli strumenti del Web 2.0, specialmente nella nuova generazione di nativi digitali. Si tratta inoltre di una sfida per le tradizionali istituzioni scolastica e universitaria, per far maturare nei discenti la capacità, definita “chiave” dal Parlamento Europeo, di “apprendere ad apprendere”. La complessità di questo tema richiede pertanto un approccio multiprospettico, secondo ottiche e metodologie diverse. Il volume propone, in questa chiave, riflessioni e risultati di ricerca provenienti da diversi ambiti, per offrire contributi di conoscenza volti ad approfondire il dibattito in questo settore. Esso si configura come un utile strumento per chi è impegnato nel mondo dell’istruzione e della formazione, ma interessa qualunque persona che voglia essere attore consapevole nella società della conoscenza.
Apprendimento informale. Aspetti multidisciplinari e prospettive di ricerca
UGOLINI, Francesco Claudio
2013-01-01
Abstract
La necessità di valorizzare ciò che si apprende al di fuori dei contesti istituzionali – in primis quelli scolastici – non è nuova. Già negli anni ’70, si osservava come la trasformazione da un’economia industriale a una fondata su servizi evidenziasse dei limiti di adattamento ai cambiamenti dell’istruzione fornita dai soli sistemi formali. In particolare, dal 2000, in Europa, con la strategia di Lisbona e lo specifico Memorandum sul Lifelong Lifewide Learning, la valorizzazione di quanto si acquisisce nei diversi contesti della vita assume una nuova centralità. Si è così affermato il concetto di apprendimento informale, problematico nella sua definizione, per individuare quell’insieme di conoscenze fluide, apprese tipicamente in modo non strutturato e spesso non intenzionale, abbracciando così un ambito molto ampio che va dalle competenze professionali dei lavoratori adulti (e l’esigenza di vederle certificate), alle potenzialità educativo-formative degli strumenti del Web 2.0, specialmente nella nuova generazione di nativi digitali. Si tratta inoltre di una sfida per le tradizionali istituzioni scolastica e universitaria, per far maturare nei discenti la capacità, definita “chiave” dal Parlamento Europeo, di “apprendere ad apprendere”. La complessità di questo tema richiede pertanto un approccio multiprospettico, secondo ottiche e metodologie diverse. Il volume propone, in questa chiave, riflessioni e risultati di ricerca provenienti da diversi ambiti, per offrire contributi di conoscenza volti ad approfondire il dibattito in questo settore. Esso si configura come un utile strumento per chi è impegnato nel mondo dell’istruzione e della formazione, ma interessa qualunque persona che voglia essere attore consapevole nella società della conoscenza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.