Il termine “radice” è polisemico. La radice come antecedente di un gruppo di parole etimologicamente relate è un’unità di analisi diacronica (radice-D); la radice come base di una regola produttiva di formazione delle parole è un’unità di analisi sincronica (radice-S). Mentre la definizione della radice-D è univoca, la nozione di radice-S è controversa. A seconda dei casi, la radice-S può indicare: i) un morfema lessicale primario, senza specificare di che tipo di morfema lessicale si tratti; ii) un morfema lessicale primario che coincide con una parola a cui siano state sottratte le desinenze di flessione e, specificamente, con un tema verbale primario; iii) un morfema lessicale primario che è strutturalmente diverso da una parola priva di flessione e, specificamente, da un tema verbale primario. Il confronto tra il sistema di codifica dell’Aggettivo in latino e nel Rigveda dimostra che l’ipotesi iii) è l’unica accettabile dal punto di vista tipologico. In latino ci sono tre classi di morfemi lessicali primari (nomi, verbi e aggettivi), e l’Aggettivo prototipico è un tema aggettivale primario; in vedico ci sono solo due classi principali di morfemi lessicali semplici (nomi e radici) e l’Aggettivo prototipico è un tema derivato da una radice verbale che indica una qualità. Quindi, se il tema verbale semplice è il lessema da cui si forma il Verbo prototipico (oltre ad alcuni nomi e alcuni aggettivi), la radice è il lessema da cui si formano il Verbo prototipico e l’Aggettivo prototipico (oltre che alcuni nomi). Alcune note sulle conseguenze di questa definizione tipologica della radice per la linguistica indoeuropea chiudono il lavoro.
The definition of the root between history and typology
Alfieri L
2016-01-01
Abstract
Il termine “radice” è polisemico. La radice come antecedente di un gruppo di parole etimologicamente relate è un’unità di analisi diacronica (radice-D); la radice come base di una regola produttiva di formazione delle parole è un’unità di analisi sincronica (radice-S). Mentre la definizione della radice-D è univoca, la nozione di radice-S è controversa. A seconda dei casi, la radice-S può indicare: i) un morfema lessicale primario, senza specificare di che tipo di morfema lessicale si tratti; ii) un morfema lessicale primario che coincide con una parola a cui siano state sottratte le desinenze di flessione e, specificamente, con un tema verbale primario; iii) un morfema lessicale primario che è strutturalmente diverso da una parola priva di flessione e, specificamente, da un tema verbale primario. Il confronto tra il sistema di codifica dell’Aggettivo in latino e nel Rigveda dimostra che l’ipotesi iii) è l’unica accettabile dal punto di vista tipologico. In latino ci sono tre classi di morfemi lessicali primari (nomi, verbi e aggettivi), e l’Aggettivo prototipico è un tema aggettivale primario; in vedico ci sono solo due classi principali di morfemi lessicali semplici (nomi e radici) e l’Aggettivo prototipico è un tema derivato da una radice verbale che indica una qualità. Quindi, se il tema verbale semplice è il lessema da cui si forma il Verbo prototipico (oltre ad alcuni nomi e alcuni aggettivi), la radice è il lessema da cui si formano il Verbo prototipico e l’Aggettivo prototipico (oltre che alcuni nomi). Alcune note sulle conseguenze di questa definizione tipologica della radice per la linguistica indoeuropea chiudono il lavoro.File | Dimensione | Formato | |
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