La percezione della crisi: T.S. Eliot e il totalitarismo (1922-1939)

Focusing on T.S. Eliot’s intellectual development in the period between WW1 and WW2, this essay deals in particular with the poet’s interpretation of totalitarian phenomena, in the light of the representation of a declining Western civilization in The Waste Land (1922) and of Eliot’s 1928 declaration about his being “classicist in literature, royalist in politics, and Anglo-Catholic in religion”. Chiefly expounded in the essays written for The Criterion, Eliot’s analysis of totalitarianism amounts to a criticism of Fascism and Communism aimed at questioning their supposed revolutionary quality. The overriding intent to reaffirm the primacy of his own religious conceptions was given its ultimate formulation in The Idea of a Christian Society (1939), in which the opposition to totalitarian régimes, the polemics against liberal democracies and Eliot’s plea for the construction of an authentically Christian society stand out as an attempt to master the crisis of contemporary society.

Incentrato sul percorso intellettuale di Thomas Stearns Eliot tra il primo e il secondo conflitto mondiale, il saggio si sofferma in particolare sulla sua interpretazione dei fenomeni totalitari, alla luce della raffigurazione del declino della tradizione occidentale offerta in The Waste Land (1922) e della sua dichiarazione “classicista, monarchica e anglo-cattolica” del 1928. In gran parte affidata all’attività saggistica sulle pagine del Criterion, l’analisi del totalitarismo di Eliot, si traduce in una critica del fascismo e del comunismo finalizzata a negare il loro presunto carattere rivoluzionario. Il predominante intento di riaffermare il primato delle proprie concezioni religiose era infine destinato a culminare, nel 1939, con la pubblicazione di The Idea of a Christian Society, in cui l’opposizione ai regimi totalitari, la polemica nei confronti delle democrazie liberali, e il suo appello alla costruzione di una società autenticamente cristiana si impongono come il tentativo di dominare la crisi della società contemporanea.