«Silete theologi in munere alieno»: la modernità filosofica e il concetto di “religione secolare” nell’analisi critica di Hans Kelsen

This essay deals with Hans Kelsen’s volume Secular Religion, published posthumously in 2012. This volume has very broad horizons and brings out Kelsen as a philosopher of culture and an interpreter of modern processes of secularization: he makes a strong criticism to all those authors - theologians, philosophers and jurists - who saw in modernity elements of continuity with the medieval metaphysical-religious tradition. Therefore, the essay examines Kelsen’s critical comparison with authors such as Carl Schmitt, Eric Voegelin and Karl Löwith, and highlights the original perspective with which the Austrian jurist interprets European modernity and the Enlightenment: it is an “age of rights” and of the emancipation of scientific research from theological interference. On the basis of these historiographical and hermeneutic assumptions, it is analyzed the thought-provoking concept of “secular religion” with which, according to Kelsen, numerous twentieth-century authors would have mistakenly qualified modern political ideologies such as Marxism. Finally, it is underlined that, according to Kelsen, Enlightenment secularization, with its fight against a dogmatic and authoritarian mindset, paved the way in the West for societies characterized by tolerance and pluralism, guaranteeing the cultural conditions for the development of a truly liberal democracy.

In questo saggio viene preso in esame il volume di Hans Kelsen dal titolo Secular Religion, edito postumo nel 2012. Il volume ha orizzonti molto vasti e fa emergere un Kelsen filosofo della cultura e interprete dei processi moderni di secolarizzazione: egli muove una forte critica a tutti quegli autori – teologi, filosofi e giuristi – che scorgono nella modernità elementi di continuità con la tradizione metafisico-religiosa medievale. Nel saggio viene, quindi, preso in esame il confronto critico di Kelsen con autori come Carl Schmitt, Eric Voegelin e Karl Löwith, e viene messa in rilievo la prospettiva originale con la quale il giurista austriaco interpreta la modernità europea di matrice illuministica: Kelsen difende la visione di una Modernität come “età dei diritti” e dell’emancipazione della ricerca scientifica rispetto alle ingerenze teologiche. Sulla base di questi presupposti storiografici ed ermeneutici è stato analizzato il concetto thought-provoking di “religione secolare”, con il quale, secondo Kelsen, numerosi autori del Novecento hanno erroneamente qualificato le ideologie politiche moderne quali il marxismo. Infine, si sottolinea che Kelsen ha giustamente conferito un’importanza storico-politica decisiva al fenomeno della secolarizzazione illuministica: quest’ultima, attraverso il contrasto ad una forma mentis dogmatica e autoritaria, ha aperto la strada in Occidente a società caratterizzate da tolleranza e pluralismo, garantendo perciò le condizioni culturali indispensabili per lo sviluppo di una democrazia autenticamente liberale.