Recensione a Antonio Palazzo, Eros e Jus

Nel settore dei rapporti affettivi il diritto un tempo era legittimato a « lambire » la famiglia, ma non ad interferire con le scelte dei singoli, e comunque si arrestava alle espressioni tradizionali di convivenza, non essendo neppur pensabile il riconoscimento di unioni alternative. Ogni forma di diversità era considerata una deviazione — prima di tutto medico-psicologica e sociale — e quindi una trasgressione alle regole del diritto; il diritto civile non poteva assecondarle. I grandi mutamenti intervengono con la Costituzione, e con gli interventi illuminati della Corte costituzionale. I mutamenti sociali inducono dapprima la dottrina, poi i giudici e poi finalmente il legislatore a cambiare registro; il diritto assume un ruolo propulsivo, non si limita a registrare le trasformazioni avvenute, ma governa l’evolvere dei rapporti sociali. Essendo il diritto ormai onnipervasivo, qualunque « contatto » viene ad assumere una giuridica rilevanza.