Il saggio indaga l'uso che Dante fa del termine enantiosemico "aspetto" seguendo le evoluzioni di tale uso dal Convivio all'ultima Cantica della Commedia. L'ipotesi sostenuta dal saggio è che l'uso dantesco di "aspetto" nel Paradiso sia espressione di una concezione etica e poetica del linguaggio che ha delle affinità profonde con l'indagine di Wittgenstein e in particolare con la sua riflessione sulla rappresentazione perspicua, sul vedere come e sul cambiamento di aspetto. In questa prospettiva il saggio mette in luce le affinità tra le concezioni dell'ontogenesi del linguaggio e del carattere isolato e frammantario della maggior parte delle pratiche linguistiche umane nell'opera dei sue autori.
Dante after Wittgenstein: ´Aspetto´, Language, and Subjectivity from Convivio to Paradiso
FORTUNA S;
2010-01-01
Abstract
Il saggio indaga l'uso che Dante fa del termine enantiosemico "aspetto" seguendo le evoluzioni di tale uso dal Convivio all'ultima Cantica della Commedia. L'ipotesi sostenuta dal saggio è che l'uso dantesco di "aspetto" nel Paradiso sia espressione di una concezione etica e poetica del linguaggio che ha delle affinità profonde con l'indagine di Wittgenstein e in particolare con la sua riflessione sulla rappresentazione perspicua, sul vedere come e sul cambiamento di aspetto. In questa prospettiva il saggio mette in luce le affinità tra le concezioni dell'ontogenesi del linguaggio e del carattere isolato e frammantario della maggior parte delle pratiche linguistiche umane nell'opera dei sue autori.File | Dimensione | Formato | |
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